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Il miracolo di Küttigkofen

In un villaggio di 270 anime nel circondario di Soletta, forte di creatività e coraggio Claudia Zimmermann ha trasformato un capannone in un negozio di generi alimentari biologici. Persino un film al cinema rende omaggio al suo modello votato alla sostenibilità.

Diamo una svolta al 2019. In tutta la Svizzera i negozietti di paese chiudono i battenti l’uno dopo l’altro e le persone effettuano i propri acquisti nel supermercato più vicino. In tutta la Svizzera? No! Un villaggio popolato da irriducibili fan del biologico non smette di opporre resistenza. Questo paesino, che sarebbe sicuramente uno scenario prediletto da Asterix e soprattutto dal suo insaziabile amico Obelix, si chiama Küttigkofen. Ubicato circa 10 km a sud-ovest rispetto a Soletta, è la sede del negozio di generi alimentari biologici probabilmente più singolare di tutto il territorio elvetico.

L’esercizio è stato fondato da Claudia Zimmermann, educatrice, che insieme al marito Matthias gestisce un’azienda agricola bio con 27 ettari di superficie utile, terreni coltivabili, bovini e suini. La nascita risale al 2016, tre anni dopo il rilevamento della fattoria. «Da noi, in paese, i negozi ormai erano spariti, ma c’erano comunque persone che producevano alimenti. Mi sono quindi chiesta perché non dovrebbe essere possibile vendere questa merce al pubblico direttamente qui», ricorda la pioniera bio.

Una parte dei prodotti offerti da Claudia nel suo negozio è ovviamente di produzione propria: come la carne dei maiali che razzolano felici sul grande prato nel cuore del villaggio, a cui si aggiungono farina, patate e verdure. La giovane, originaria di Soletta, è riuscita a entusiasmare e coinvolgere anche altri agricoltori. «Ho proposto a una vicina di vendere il pane, le uova e il latte della sua attività direttamente da noi, a condizione di produrre in modo biologico», racconta. «Dopo una breve riflessione, la vicina ha acconsentito con vigore.»

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Tali collaborazioni si traducono per i clienti in massima qualità e freschezza, grazie agli spostamenti praticamente irrisori, mentre a livello ambientale le emissioni di CO2 si riducono notevolmente, poiché decadono sia i lunghi trasporti che inutili imballaggi. Il negozio biologico di Küttigkofen non conosce neppure il fenomeno degli sprechi di generi alimentari, una piaga che affligge il settore del commercio. Alla chiusura del negozio, la coppia Zimmermann trasforma infatti eventuali avanzi in composte di frutta o verdura o li sottopone a essiccazione.

Ulteriore fiore all’occhiello dell’impegno profuso da Claudia a favore della sostenibilità sono i corsi offerti in estate nel quadro delle offerte formative per i ragazzi. Quando semina le patate insieme ai bambini oppure mostra loro come coltivare pomodori e fagioli, risveglia la loro consapevolezza nei confronti del valore dei generi alimentari. Chi sa quanto amore e fatica sono necessari per produrre un singolo pomodoro non lo getterà più via in modo sconsiderato se non sembra più così perfetto in un punto specifico.

Da febbraio, Claudia ricopre addirittura il ruolo di protagonista nel documentario di Nino Jacusso «Fair Traders», diventando, in un certo qual modo, anche una stella del cinema. «Il film persegue l’obiettivo di incoraggiare a seguire l’esempio degli Zimmermann e di altri personaggi, nonché di battersi per qualcosa di buono», ha affermato Jacusso in occasione di una proiezione in anteprima di «Fair Traders».


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